mercoledì 29 febbraio 2012

Bellissime routine

C'è un posto a Toronto, aperto da più di sessant'anni, che è ormai nell'immaginario collettivo cittadino: nel fine settimana ci suona anche gente discretamente famosa e i biglietti si pagano profumatamente. Ad inizio settimana, però, attirare clienti non è facile, per cui si entra gratis.

C'è che ogni volta suonano tre band e, anche se sono emeriti sconosciuti dagli stili più disparati, la florida scena musicale locale ti assicura che almeno due ti piaceranno parecchio.
Il payoff delle serate (Shoeless Monday) suggerirebbe intime atmosfere da vivere scalzi e accoccolati gli uni agli altri, guardando negli occhi musicisti che sussurrano versi sognanti mentre accarezzano chitarre classiche, al massimo acustiche, ma proprio a voler strafare. In realtà, capita più di sovente di ritrovarsi a tu per tu con assoli di Les Paul da scuoterti le ossa, che ti rendono qualche anno di vita. In ogni caso, entrambe le ipotesi ti mandano in estasi, quindi non puoi in ogni modo dirti deluso.

Sotto sotto si vergogna anche lui,
ma sta suonando uno schiaccianoci. Davvero.

C'è che in poche settimane sei riuscito a coagulare un gruppetto di belle persone, e li hai portati tu lì, e vederli tutti insieme e sapere che si stanno divertendo quanto te, beh, sono soddisfazioni.

C'è che poi esci, sospeso tra il giorno appena finito e quello che scalpita per cominciare, e anche i grattacieli di Downtown, che da molte altre prospettive ti sembrano esteticamente ingiustificabili, visti da lì, appena fuori dallo 'Shoe, all'improvviso ti sembrano perfetti.

Coprifuoco a Queen e Soho.

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